Nemesis – A Morgana di Camelot
filtrano raggi
nell’antico maniero
cinto da mura
immense come torri
dai merli adunchi e grigi
storie di spade
di regine e antichi re
anime fiere
e mai sazie di sangue
e nobili promesse
dagli occhi fieri
bruciano roghi e fiamme
lampi di dardi
arroventate lingue
d’invincibili draghi
siede la strega
sul trono dei Pendragon
la stirpe d’Artù
nel silenzio del giorno
s’ode il suono del lago
tra onde sinuose
si sfiorano ricordi
magie sepolte
solo echi di rimpianti
tra le nebbie di Avalon
Renga di Eufemia
In una delle tante interpretazioni e letture del mito arturiano, Morgana la sorella di Artù, vuole prendere il potere e diventare regina. In questa poesia Morgana è descritta alla fine dei suoi giorni, solitaria sul trono
dei Pendragon (la stirpe di Re Artù) e ricorda il tempo passato, nell’antico maniero, lei donna e strega potente, con il desiderio mai sopito di diventare regina al posto del fratellastro Artù.
Nella poesia Morgana viene caratterizzata con le sue debolezze e i suoi difetti, ma al centro di tutto appare la sua forza mai sopita, che rivive nell’eco delle onde del Lago nel Regno di Avalon.
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