Archivio per ottobre 2018
There is the suggestion of several things going on here – the sighing, possibly because it is such a long trail, is not being heard, and this description of the wind swallowing other sounds… it has certainly taken my breath away…

winter trail
the white noise
of snow
Eufemia Griffo

summer solstice
the call of a buzzard
on Amiata mount
Mount Amiata is located about 20 km northwest of Lake Bolsena in the southern Tuscany region of Italy.
Eufemia Griffo

milky way
the stars frame
even the mountains

Autunno 1490
Alla corte di Ludovico il Moro, pochi mesi prima del matrimonio di Ludovico con Beatrice d’Este.
Da Madonna Cecilia Gallerani al suo amato Ludovico.
Caro Ludovico,
così vicino al mio cuore. Il tempo scivola via dalle nostre mani e si perde, come grani di sabbia in una clessidra. In silenzio essi giacciono uno sopra l’altro, senza più poter riprendere a vorticare perché non c’è più chi giri la clessidra. Così è il mio cuore senza di voi, in balia di questo nulla e del suo silenzio.
Quanta passione ha travolto le nostre esistenze in questo ultimo anno. Ora quello che rimane è solo questo dolore che cerco di dissimulare, questo cosciente sentimento della mia fine, mentre vago nella regione dei sogni e dei pensieri, sognando l’amore del mio amato signore, che presto sarà sposo di quella bambina di cui tutti parlano. Tranne voi, tranne me. Di notte sogno l’amore, i vostri baci, il vostro amato volto.
«Dammi mille baci, e ancora cento/ poi nuovamente mille e ancora cento»(1)
Ora me ne rendo conto, mentre giaccio sul mio letto che in questo anno felice, mi ha accolta tra le vostre braccia. Lo stesso letto dove mi sono rifugiata quando mi gridaste con tutta la passione e la violenza amorosa di cui eravate capace, che io ero la più bella tra tutte le donne del vostro palazzo e che a me, donavate il vostro nobile cuore.
«Come il frutto dell’albero, anche la vita diventa dolcissima un attimo prima di iniziare ad appassire.»(2)
Ma ora io non so più nulla, non ho più certezze, tranne che vi amo e che mi aggrappo a quella vita che mi sta sfuggendo di mano, come le foglie in autunno, quando non vogliono staccarsi dal loro albero da cui traggono linfa e nutrimento vitale.
Sono stanca e anche i miei occhi lo sono, mentre indugiano su questo antico libro le cui parole sembrano essere state scritte per me.
« Ti odio e ti amo. Ti Chiederai come faccia! Non so, ma avviene ed è la mia tortura.»(3)
Ieri, mentre guardavo quel meraviglioso quadro che mi ritrae (4) in cui Magister Leonardo ha profuso tutta la sua arte di abile pittore e genio, ho pensato alle sue parole, mentre dipingeva.
«Madonna, tanti e tali sono i marchingegni che ho inventato seguendo il genio della mia mente, eppure una sola cosa non sono stato capace di creare. Qualcosa a cui non so dare il nome, qualcosa che riguarda il cuore, in modo che possa scioglierlo dalle catene del dolore, della malinconia e dalla tristezza, quando essi sopraggiungono e come belve fameliche, lo divorano poco a poco, fino a farlo a pezzi.»
Questo mi disse Leonardo da Vinci, mentre dava nuova bellezza al mio volto, facendolo rivivere per sempre. In quei giorni ero così felice, ma le sue parole adombrarono il mio cuore, come se qualcosa dovesse accadere da lì a poco. Non riuscii a trovare le parole adatte, ma questo artista così geniale, di cui tutti parlano a corte, ha intuito già allora l’effimera felicità di cui abbiamo goduto per così poco tempo.
Milano, 5 dicembre 1490
Caro Ludovico,
è quasi inverno, eppure oggi il sole splende nella nostra amata Milano. Ma nel mio cuore c’è un velo di nebbia, lo stesso che spesso ricopre, in autunno, ogni cosa.
Cosa conta davvero nella nostra esistenza?
Per alcuni il potere, il rango, la nobiltà e l’essere nobile, oppure essere ricordati nelle biografie ufficiali e figurare col proprio nome sulla tomba.(5)
Tutte sciocchezze!
Lo scorrere inesorabile del tempo scava un baratro nell’esistenza degli uomini e noi ci troviamo come sospesi su una voragine, in precario equilibrio; nel vuoto, riusciamo finalmente a osservare come degli spettatori, l’avventura della nostra vita che solo nel momento del pericolo, acquista un senso e si dischiude in tutta la sua interezza e in tutta la sua bellezza.
Ma in quel momento, prima di cadere, immagino tutto il dolore, il mio e il vostro, Ludovico, mentre ci pervade. Allora mi prende una tale disperazione che la sento divenire pura e tangibile in me.
Ludovico, sono stanca, nel fisico e nella mente. In questi giorni ho ricevuto ed eseguito tutti gli ordini che mi avete impartito, sono diventata un’ombra nell’ombra, sottile come la forma dei miei desideri, trasparente come una goccia d’acqua quando la pioggia attraversa l’arcobaleno. Silenziosa, perché le parole devono scomparire ed essere seppellite nello scrigno della mia anima.
Per un attimo ho pensato al mio passato, mi sono rivista bambina, adolescente e finalmente donna. Ho preso coscienza di esserlo diventata il giorno in cui i vostri occhi posarono lo sguardo sul mio viso. Era poco più di un anno fa, da poco avevo compiuto diciassette anni; avevo i capelli raccolti sotto la retina impreziosita da piccoli diademi, a cui giorno dopo giorno, sene aggiungeva uno. Eravate voi a donarmelo, pegno del vostro amore, così bello, puro, infinito.
Amore, amore…questa parola che mi sussurravate all’orecchio, scivolava in fondo al mio cuore. Una parola che detestavo prima di allora, dopo una delusione che oggi definirei puerile, quando quel giovane che credevo di amare, preferì a me una duchessa, che avrebbe portato più lustro alla sua casata, rispetto al mio titolo di contessa.
Amore. Una parola che so finalmente appartenermi da quando esso ha bussato con la vostra mano alla mia porta, come un forestiero venuto da lontano e che dopo tanto peregrinare trova finalmente riposo.
Una parola che è riemersa nella mia memoria pur nella stupida convinzione di volerla seppellire per sempre. Che assurda presunzione!
Ma ora, vi congiungerete per sempre a Beatrice. E io rimarrò sola, aggirandomi nelle stanze dove abbiamo conosciuto l’amore e dove dimoreranno solo le ombre dei nostri ricordi. Esse diventeranno nel tempo i luoghi dei miei sogni e le mie residenze segrete.
« Nella notte ingannevole i lievi sogni si prendono gioco di me e fanno trepidare di falsi terrori le nostre menti spaventate…»(6)
Un luogo dove costruirò un castello fatto da quegli stessi sogni che sono così reali e allo stesso tempo immaginari, dentro i quali mi rifugerò nei momenti di solitudine e di tristezza. E mi piace pensare che qui sarò al momento della mia morte.
Ho fatto un sogno di recente.
Ero felice. Ci guardavamo e a un certo punto mi carezzavate i capelli. Era un sogno colorato e pieno di luce. Poi il sogno ha assunto i colori del rosso. Ma non erano i colori del tramonto, bensì quelli del sangue, quando prende a scorrere impetuoso. Tutto si colorava di rosso: il fiume, l’erba, il cielo mentre intorno calavano il buio e le tenebre. Un dolore ha preso a lacerarmi il petto e a farmi sanguinare.
Voi eravate così lontano da me, le vostre mani a protendersi mentre cercavano le mie, ma io scivolavo lontano, portata via dalle onde di quel fiume. E il vostro volto amato scompariva così per sempre.
Mi sono svegliata di soprassalto, piangendo. Solo allora mi sono accorta che Il vostro corpo caldo, forte, possente, giaceva accanto al mio. Era allora tutto un sogno?
Vi siete voltato e mi avete guardata col vostro sguardo pieno d’amore. Così come avete fatto tutte le volte in cui mi avete detto di amarmi, pur non potendo condurmi all’altare.
«Cecilia, Vi amo più della mia vita.»
Poi vi siete voltato, il volto sereno, lontano dai miei sogni, lontano dal presente e dal futuro che ci attende. Eravate solo un uomo, il mio amato uomo. Solo io vi avrò visto così. Solo io avrò guardato in fondo alla vostra anima, una piccola anima smarrita e soave (7), su cui l’ombra nera del futuro, non ha posto ancora il suo velo di tenebre.
Per sempre Vostra Cecilia
*
Il 17 gennaio 1491, nella cappella ducale del Castello di Pavia, Ludovico il Moro sposò Beatrice d’Este, figlia tredicenne di Ercole I d’Este, duca di Ferrara.
La contessa Cecilia Gallerani ebbe un figlio da Ludovico il Moro, Cesare. Dopo essere rimasta presso gli Sforza anche dopo il matrimonio del Moro con Beatrice d’Este, alla nascita del figlioletto fu allontanata dalla corte degli Sforza dallo stesso Ludovico ricevendo in dono diversi immobili e beni.
Rifugiatasi per due anni da Isabella d’Este a Mantova, tornò a Milano dagli Sforza. Al 27 luglio 1492 risalgono le sue nozze con il conte Ludovico Carminati “il Bergamino”.
Note al testo
(1) “Da mi basia mille, deinde centum/dein mille altera, dein seconda centum, deinde usque altera mille/deiade centum”: da Catullo (poeta latino, 87-54 a.C.) , Poesie, V, 7/9.
(2) Questa citazione è di N.M. Karamzin, scrittore russo (1766-1826)…
(3) Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Ti odio e ti amo. Ti Chiederai come faccia! Non so, ma avviene ed è la mia tortura.
Gaio Valerio Catullo
(4) Cecilia Gallerani ha dato il suo volto al famoso quadro di Leonardo da Vinci “La dama con l’ermellino”. Mentre posava per il dipinto, Cecilia ebbe modo di apprezzare Leonardo e di comprenderne le straordinarie doti. Lo invitò a riunioni di studiosi e di intellettuali di Milano, in cui si discuteva di filosofia e di varia cultura. Cecilia stessa presiedeva alcune di queste riunioni.
(5) Foscolo, “Jacopo Ortis”.
(6) Tibullo, poeta latino (54-19 a.C.) , tratta da “Elegie” , III, 4,7/8 .
(7) Così termina il libro “Mémoires d’Hadrien” della Yourcenar! Queste parole sono state scritte realmente dall’imperatore Adriano e la scrittrice le utilizza al termine del suo bellissimo libro: “ Animula vagula, blandula..Hospes comesque corporis, quae nunc abibis in loca…Pallidula , rigida, nudula, nec ut soles, dabis iocos…” P. Aelius Hadrianus.
*
Racconto pubblicato nell’antologia dei racconti storici della casa editrice “Historica”, settembre 2018

Komorebi, curata da Valentina Meloni all’interno della rivista letteraria Euterpe. Questi sono i miei quattro contributi dedicati a donne coraggiose. Il tema delle donne e il coraggio è stato quello del numero 27 della rivista uscita in agosto. Complimenti a tutti.

gelide foglie
un profondo silenzio
dentro me stessa
(a Mia Martini)
fili spinati
gli intrecci dolorosi
dei miei ricordi
(Ad Anna Frank)
fiocchi di neve
così effimero il tempo
che ci rimane
(A Jane Austen e a Tom Lefroy, che Jane amò per tutta la vita)
tela di ragno
tutta la mia esistenza
appesa a un filo
(a Sylvia Plath)
Eufemia Griffo
https://drive.google.com/file/d/1IboaGLe7fPhxTj3z371WF-a5CoKVAPl1/view
THF – A Sense of Place – MOUNTAIN – touch, September 12th

after twilight
the touch of moon
on the mountains
~
Eufemia Griffo
A sense of place edited by kj munro: these are my poems featured in the last two weeks.

mature fields
the cheerful whistle
of a farmer
(meadow field – hearing)
sunflowers field
the sunlight
in my eyes
(meadow field – sight)
*

autumn stars
the night sky tells
our solitude
~
Eufemia Griffo
Ph. from Pinterest

Come un tramonto di fuoco
il cielo si colora di sangue
e si tinge di lacrime, dannate
ruscelli silenziosi di ombre
che furono uomini
Sta curvo il mio maestro
dall’aspetto di un antico dio
assiso sul trono d’argento,
ma è tempo di lasciare le memorie
al fiume infernale e alle sue onde
Orde di ragni neri
tessono tele di tenebre
prigioni d’incubi e d’illusioni.
Lo specchio si frantuma e cela
il regno di cenere e fiamme
Dentro l’oscurità, piccole fiammelle.
Paiono stelle splendenti
nel buio che tutto divora
a ricordare la luce
e il suo eterno bagliore
Sull’altra riva scorgo ancora
il profilo di un fiore, lontano
sognato e azzurro come il cielo.
In questo nulla di cenere
rimane solo un sogno di sole
~
Eufemia Griffo
I haven’t received my copy yet but these are two poems of mine selected by Colin Blundell and featured in Blithe Spirit Volume 28 number 3. Congrats to all!!!

old watercolour
a crow come to life
from the black ink
temple garden
I’m praying
with a small lizard
vecchio acquerello
un corvo prende vita
dall’inchiostro nero
giardino del tempio
sto pregando
con una lucertolina
Eufemia Griffo
È uscito il nuovo numero della rivista “Euterpe”: il coraggio delle donne
agosto 24, 2018. Sono presente con una poesia dedicata a Frida Kahlo, un articolo dedicato a Jane Austen e nella colonna Komorebi curata da Valentina Meloni, con dei keiryu e degli haiku. Un numero ricchissimo di contributi da parte di molti autori di grande talento. Congratulazioni a tutti e un sincero ringraziamento al team editoriale del giornale letterario. Buona lettura.
https://drive.google.com/file/d/1IboaGLe7fPhxTj3z371WF-a5CoKVAPl1/view?fbclid=IwAR2Tg0_uG2vuVZwsyBgEWBXYxh-YCe6pmNN6d3xysHI9_7yHjMutdDUrtmM

October 3, 2018: one poem of mine featured in A sense of Place (MEADOW/FIELD – smell) edited by kjmunro.

autumn field
the smell of quinces
in the air

In questa notte senza luna * ( A Frida Kahlo)
È questo dolce effluvio dei sensi
che inebria le mie notti e i miei pensieri
sulle candide lenzuola di seta
che ti accoglieranno
in un’era attesa da tempo.
I giorni si confondono con gli anni
e corrono lenti
nello spazio formato dai sogni
celati dal cerchio di nubi
che si rincorrono negli infiniti cieli
nell’arco di una sera
profumata dai fiori della notte.
In questa notte senza luna,
gocciolano lacrime di pioggia
confuse sul mio volto
che brucia del tuo amore
Il titolo della poesia si ispira a una lettera che Frida Kahlo scrisse a suo marito Diego Rivera il cui incipit recita: « La mia notte è senza luna. » Anche il verso finale “brucia d’amore” è dedicata al suo uomo verso il quale la Kahlo ebbe un rapporto assai travagliato, così come lo fu tutta la sua vita.
My poem, dedicated to William Shakespeare, featured in Asahi Haikuist Network with a comment by David McMurray. August, 17th 2018
Italian poet Eufemia Griffo wrote this haiku in the spirit of William Shakespeare.

Stratford house
brushes and inkpot
still wait for their poet
Ph. from the movie ” Shakespeare in love

August sky
counting the fireflies
from star to star
cielo di agosto
contando le lucciole
da stella a stella
Eufemia Griffo shrieked at the sound of a bird in Settimo Milanese, Italy.

ghost house
the shrill call
of a blue jay
Eufemia Griffo
http://www.asahi.com/ajw/articles/AJ201808310005.html?fbclid=IwAR3CzhlQWxkqCt30y-FQ9rrOEnTOgAqQAKkVQtYH_KoVdxeiUJGegOl3FBk
A sense of Place (smell) edited by kj munro
August, 29th. Here’s my poem:

Chianti Hills
the sweet scent
of red wine
Eufemia Griffo
A sense of Place (taste ) edited by kj munro, September 5th.

mountain dawn
the sweet taste
of his lips
Eufemia Griffo
Always such a pleasure to read this beautiful blog edited by Charlotte Digregorio. So happy to have one poem of mine published. Many thanks dear Charlotte.
twilight . . .
I share the silence
with my silence

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