Archivio per la categoria ‘Otata’

suonatori di ghironda *
quando tu mi cantavi
un’antica ballata d’amore
hurdy gurdy players *
when you sang an ancient
love ballad to me
cielo nebbioso
volano bassi
gli ultimi uccelli migratori
misty sky
the last migratory birds
fly low
castello abbandonato
un corvo sta di guardia
sulle antiche pietre
abandoned castle
a crow stands guard
on the ancient stones
dopo la vendemmia
il fischio allegro
dei contadini
after the grape harvest
the cheerful whistle
of the farmers
*È un antico strumento medievale
*an ancient medieval instrument
~
Eufemia Griffo
Ph. from Pinterest
Grateful to have four haiku of mine featured in Otata, issue September 2019 edited by John Martone. These are my poems:
upturned shells
the sound of sea
buried in the sand
conchiglie rovesciate
il suono del mare
sepolto nella sabbia
Beech tree
the long roots
of childhood memories
albero di faggio
le lunghe radici
dei ricordi d’ infanzia
ancient oven
in my grandmother’s hands
freshly band bread
antico forno
nelle mani di mia nonna
pane appena sfornato
already autumn
the last dance
of the birch leaves
già autunno
l’ultima danza
delle foglie di betulla
~
Eufemia Griffo
https://otatablog.wordpress.com/2019/08/31/september-2019/
Otata, October 2019, edited by John Martone.
These are my two contributions:

fallen leaves
no one knows
his fate
foglie cadute
nessuna conosce
il suo destino
autumn dusk
the leaves changing
from yellow to red
tramonto d’autunno
le foglie cambiano
dal giallo al rosso
~
Eufemia Griffo
(Google image)

Grateful to have one haiku of mine featured in Otata, issue August 2019 edited by John Martone. Here is my poem:
hydrangea flower
an enchanted garden
in my hands
fiori d’ortensia
un giardino incantato
nelle mie mani
~
Eufemia Griffo
Please check the link below to read the new issue:
Grateful to have one haiku of mine featured in Otata, issue July 2019 edited by John Martone. Here is my poem:

inner silence
the marigolds flowers
reborn everywhere
silenzio interiore
i fiori di calendula
rinascono ovunque
Eufemia Griffo

https://otatablog.files.wordpress.com/2019/06/otata-43-july-2019.pdf
#OtataJune2019
Seven poems of mine featured in Otata, June 2019. A great journal edited by John Martone.

grandma’s house
her tiny handprints
on the old spinning wheel
casa della nonna
le impronte delle sue piccole mani
sull’arcolaio
old loom
grandma embroiders
a little forget-me-nots
vecchio telaio
la nonna ricama
un piccolo non ti scordar di me
late spring
the elderberry woods
blanketed by snow
tarda primavera
i boschi di sambuco
ricoperti dalla neve
cumulonimbus
a kingfisher is flying
with the wind
cumulonembi
un martin pescatore
sta volando con il vento
flower moon
a monarch butterfly chases
its shadow
luna di fiori
una farfalla monarca insegue
la sua ombra
swans on the lake
the silvery glow
of last snow
cigni sul lago
il bagliore argenteo
dell’ultima neve
spring moon
the tiny buds still grow
on the cold graves
luna di primavera
le piccole gemme crescono
ancora sulle fredde tombe
~
Eufemia Griffo


the echo of nightingale
those old lullabies
forgotten
l’eco dell’usignolo
quelle vecchie ninne nanne
dimenticate
~
Eufemia Griffo
Pic. from Pinterest
Ten poems of mine featured in Otata Issue April edited by John Martone.
Thank you so much for this new stunning collection.🌷🌻

their wings
still full of snow
the geese return
ritornano le oche
le loro ali
ancora piene di neve
hospital rooms
wherever
the same silence
stanze d’ospedale
dovunque
lo stesso silenzio
robin song
the longing to return
to the previous spring
canto del pettirosso —
il desiderio di tornare
alla scorsa primavera
cold spring
the snowdrops still
ready to bloom
fredda primavera
i bucaneve ancora
pronti a sbocciare
sea wind
in the fisherman’s net
a handfull of stars
vento di mare
nella rete del pescatore
una manciata di stelle
night sky
the lamparas* and fireflies
go out one by one
cielo notturno
le lampare e le lucciole
si spengono una ad una
end of winter
a squirrel still follows
the scent of snow
fine dell’inverno
uno scoiattolo segue ancora
il profumo della neve
the echo of nightingale
those old lullabies
forgotten
l’eco dell’usignolo
quelle vecchie ninne nanne
dimenticate
crumbs in the snow
the silent look
of a small refugee
briciole nella neve
lo sguardo silenzioso
di un piccolo rifugiato
spring wind
the shelter of a leaf
somewhere
vento di primavera
il riparo di una foglia
da qualche parte
~
Eufemia Griffo
* La lampara è un tipo di lampada molto grossa e potente, montata su di una barca che
viene usata dai pescatori di notte per illuminare la superficie dell’acqua.
The lampara is a very large and powerful type of lamp, mounted on a boat and used by
fishermen at night to illuminate the surface of the water.

filo turchese
un vecchio telaio tesse
i raggi di luna
turquoise thread
an old loom weaves
the moonlight
casa in rovina
un ragno tesse la strada
fino alle stelle
ruined house
a spider weaves the way
to the stars
mare d’inverno
le grida dei gabbiani
affondano nel silenzio
winter sea
the cries of seagulls
sink in the silence
crepuscolo invernale
tanti segreti
in ogni ruga
winter twilight
so many secrets
in each wrinkle
disgelo primaverile
i fiori di pruno
ancora congelati
spring thaw
the plum blossoms
still frozen
baco da seta
il sogno segreto
di una falena
silkworm
the secret dream
of a moth
riva lontana
la lunga strada da percorrere
di un vecchio barcaiolo
distant shore
the long road ahead
of an old boatman
chiaro di luna
il lungo corteggiamento
di due cigni neri
moonlight
the long courtship
of two black swans
*
Eufemia Griffo

fugitive memories
another turn
of an old ribbon
ricordi fugaci
un altro giro
di un vecchio nastro
~
Eufemia Griffo

piccoli fiocchi di neve
le parole giuste
per dire addio
tiny snowflakes
the right words
to say farewell
cielo invernale
una stella solitaria attraversa
la via Lattea
winter sky
a lonely star crosses
Milky Way
mille lucciole
le fate dei boschi giocano
a nascondino
a thousand fireflies
the woods fairies play
hide and seek

Giorno della Memoria
International Holocaust Remembrance Day
(January 27, 2019)
diario di guerra
quando nessuno di noi
guardava le stelle
war diary
when none of us
looked the stars
cenere nera
tutte quelle stelle nascoste
nell’oscurità
black ash
all those hidden stars
in the darkness
pagine vuote
le ultime parole di Anna
portate via dal vento
empty pages
Anne’s last words
carried off by the wind
filo spinato
in primavera le rose
raggiungono ancora il cielo
barbed wire
in spring the roses
reach the sky again
petali caduti
il modo in cui lasciamo andare
la nostra vita
fallen petals
the way we left
our life
Eufemia Griffo
https://otatablog.files.wordpress.com/2019/01/otata-38-post2.pdf

Otata, January 1, 2019: ten poems of mine featured in this beautiful journal edited by John Martone. My deep gratitude to the editor and congrats to all!!!

fine dell’anno
i vecchi ricordi coperti
di neve
year’s end
old memories covered
in snow
solitudine invernale
un cigno guarda
il primo fiocco di neve
winter solitude
a swan watches
first snowflake
Natale passato
il tempo si è fermato
in un globo di neve
Christmas past
time stopped
in a snow globe
oche migratrici
anche gli alberi
stanno cambiando i colori
migrating geese
the trees too
are changing colours
campana tibetana
il suono della neve
prima di cadere
singing bowl
the sound of snow
before falling
fiori di gelso
un manto di neve
culla il loro sonno
mulberry flowers
sleep cradled in
a blanket of snow
cielo invernale
anche le stelle diventano
più bianche
winter sky
even the stars turn
whiter
ricordi fugaci
un altro giro
di un vecchio nastro
fugitive memories
another turn
of an old ribbon
antiche zampogne
un vecchio attende ancora
il ritorno dei Re Magi
ancient bagpipes
the old man still awaits
three Wise Men
Via della Seta
senza le stelle
vaghiamo invano
Silk Road
without the stars
we wander in vain
~
Eufemia Griffo

nebbia autunnale
il luccichio delle stelle
svanisce nel nulla
autumn fog
the stars’ glittering lost
in that void
lungo inverno
la neve cade ancora
su ogni foglia
long winter
the snow still falls
on every leaf
luna errante
ancora l’eco
di una canzone d’amore
wandering moon
still the echo
of a love song
luna d’inverno
la forma argentata
di un fiocco di neve
winter moon
the silvered shape
of a snowflake
brughiera d’autunno
il canto d’addio
di una poiana
autumn moorlands
the farewell song
of a buzzard
Eufemia Griffo

paper lanterns
a sparkling swarm
of tiny stars
lanterne di carta
uno sciame scintillante
di piccole stelle
winter solitude
the snow geese fly
in the silence
solitudine invernale
le oche delle nevi volano
nel silenzio
falling leaves
an old monk hums
an ancient mantra
foglie che cadono
un vecchio monaco canticchia
un antico mantra
candlelight
a poet still looking for
a last line
lume di candela
un poeta sta ancora cercando
un’ultima riga
leafless trees
the light of dusk
in my hair
alberi senza foglie
la luce del tramonto
tra i miei capelli
misty woods
the invisible color
of elderberry leaves
bosco nebbioso
il colore invisibile
delle foglie di sambuco
indian summer
the wild smell
of red berries
estate di San Martino
l’odore selvatico
delle bacche rosse
fishing village
the lapping of waves
in empty nets
villaggio di pescatori
lo sciabordio delle onde
tra le reti vuote
windy shore
the fragile scent
of sea lilies
spiaggia ventosa
il fragile profumo
dei gigli marini
The Great Wave
an old painter mixes colours
of the infinite
La Grande Onda
il vecchio pittore mescola i colori
dell’infinito
~
Eufemia Griffo

foglie congelate
le fate della neve intrecciano
ragnatele di ghiaccio
frozen leaves
the snow fairies weave
ice spider webs
Eufemia Griffo

alba invernale
i bucaneve fioriscono
come in un sogno
winter dawn
dreamlike
snowdrops bloom
sciroppo d’acero
il gusto selvaggio
dei boschi autunnali
maple syrup
the wild taste
of autumn woods
riunione di famiglia
quella vecchia foto color seppia
dove tu scompari
family reunion
that old sepia photo
where you disappear
non ti scordar di me
da qualche parte
il profumo dei ricordi
from somewhere
the smell of memories
forget-me-not
campi di riso
la faccia triste
di una giovane raccoglitrice
rice fields
the sad face
of a young gatherer
campi innevati
l’invisibile fioritura
del primo croco
snowy fields
the first crocus blooms
invisibly
Eufemia Griffo

il grido di un corvo
un villaggio abbandonato
sulla riva del fiume
a raven’s cry
an abandoned village
on the river bank
finestra dell’ospedale
una scia di rugiada disegna
i miei pensieri
hospital window
a trail of dew draws
my thoughts
sole allo zenit
sotto il cappello dello spaventapasseri
l’ombra di un geco
sun at the zenith
under the scarecrow’s hat
shadow of a gecko
abbazia in rovina
tra le erbacce spunta
un girasole
ruined abbey
among the weeds appears
a sunflower
stelle infinite
un pescatore disegna i confini
tra il mare e il cielo
endless stars
a fisherman draws the borders
between the sea and sky
notte nebbiosa
da qualche parte le stelle
brillano ancora
foggy night
somewhere the stars
still shine
foglie congelate
le fate della neve intrecciano
ragnatele di ghiaccio
frozen leaves
the snow fairies weave
ice spider webs
pioggia al crepuscolo
i colori mutevoli
dei cachi maturi
twilight rain
the shifting colours
of the ripe persimmons
fine estate
solo il vento del nord
sulla riva
summer end
only north wind
on the shore
crepuscolo
ondeggiano le spighe
con il vento
twilight
ears of grain sway
with the wind
Eufemia Griffo, Otata edited by John Martone, September 2018

foglie di edera
il doloroso intreccio
dei miei ricordi
spiaggia d’inverno
la conversazione silenziosa
di un vecchio pescatore
solstizio d’estate
il grano maturo brilla
al chiaro di luna
tornando a casa
il tempo si ferma
solo per un momento
Eufemia Griffo

Commento critico allo haiku di Eufemia Griffo, pubblicato sulla rivista Otata il 1° luglio 2018.

spring fog
the muffled cry
of a seagull
nebbia primaverile
il grido ovattato
di un gabbiano
L’autrice, con questo componimento – permeato da un evidente senso di levità (karumi 軽み) ma, al contempo, da un fascino solitario e melanconico (sabi 寂) – coniuga semplicità di dettato e profondità di sentire, elaborando per il tramite della propria esperienza un senso di indicibile che si pone quale paradigma interpretativo circolare e, tuttavia, “aperto”.
Così, la nebbia di primavera (harugasumi 春霞, kigo appartenente alla categoria “celeste” all’interno dei saijiki 歳時記), nell’avvolgere nel suo manto di silenzi ogni cosa, opera di fatto come reductio ad unum, annullando ogni differenziazione cromatica e sonora in favore di un’uniformità impenetrabile, voluminosa (futoi 太い) e, ad una prima lettura, opprimente.
A tale processo non si sottrae nemmeno il grido dei gabbiani (in giapponese, kamome 鴎). Privato della sua veemenza (o, meglio, del suo acume, hosomi 細身), viene tuttavia reso compartecipe, a conti fatti, di un quadro ricostruttivo più ampio, nel quale ogni fenomeno contribuisce, ciascuno per la sua parte, a tratteggiare una scena poetica organica, dominata da una sospensione che è allo stesso modo estetica ed estatica.
La nebbia qui presentata, dunque, non è elemento di sottrazione (o, meglio, di “negazione”), quanto piuttosto di unificazione, di reciproca compenetrazione nei misteri della vita, come già evidenziato da Ki no Tsurayuki (872-945):
みわ山をしかもかくすか春霞人にしられぬ 花やさくらむ
miwayama o/ shikamo kakusu ka/ harugasumi/ hito ni shirarenu/hana ya sakuramu
Intendi velare
anche il monte Miwa,
o nebbia di primavera?
Fiori che nessuno conosce
di certo staranno sbocciando.
KKS II:94
Il contrasto tra il carattere acuto e sottile del verso del gabbiano e quello più ovattato e disteso della nebbia (paradigma, come visto, della contrapposizione tra i canoni dello hosomi e del futoi) viene ripreso anche a livello fonetico (nella versione originale in lingua inglese) dalla ripetizione dei suoni “g” (consonante secca, segno di durezza e “arresto”) e “f” (simbolo di sottigliezza, di movimento) all’interno del costrutto, rendendo quest’ultimo estremamente gradevole alla lettura.
Lo scritto, molto ben architettato da un punto di vista stilistico-formale – con lo stacco (kire 切れ) a cavallo dei vv. 1-2 chiaramente individuabile anche in assenza di una cesura segnica – s’inscrive in un dire poetico che ha ormai assunto una fisionomia ben precisa, un’identità matura e consapevole che trova conferma e sigillo nelle numerose apparizioni della Griffo all’interno di riviste specializzate non soltanto italiane.
Immagine: Utagawa Hiroshige, Nebbia primaverile a Nippori, 1839-1842 (part.)
Visita il sito di Luca Cenisi:
L’attesa del cielo, di Luca Cenisi.
Commento critico allo haiku di Eufemia Griffo, pubblicato sulla rivista Otata il 1° luglio 2018.
spring fog
the muffled cry
of a seagull
nebbia primaverile
il grido ovattato
di un gabbiano
L’autrice, con questo componimento – permeato da un evidente senso di levità (karumi 軽み) ma, al contempo, da un fascino solitario e melanconico (sabi 寂) – coniuga semplicità di dettato e profondità di sentire, elaborando per il tramite della propria esperienza un senso di indicibile che si pone quale paradigma interpretativo circolare e, tuttavia, “aperto”.
Così, la nebbia di primavera (harugasumi 春霞, kigo appartenente alla categoria “celeste” all’interno dei saijiki 歳時記), nell’avvolgere nel suo manto di silenzi ogni cosa, opera di fatto come reductio ad unum, annullando ogni differenziazione cromatica e sonora in favore di un’uniformità impenetrabile, voluminosa (futoi 太い) e, ad una prima lettura, opprimente.
A tale processo non si sottrae nemmeno il grido dei gabbiani (in giapponese, kamome 鴎). Privato della sua veemenza (o, meglio, del suo acume, hosomi 細身), viene tuttavia reso compartecipe, a conti fatti, di un quadro ricostruttivo più ampio, nel quale ogni fenomeno contribuisce, ciascuno per la sua parte, a tratteggiare una scena poetica organica, dominata da una sospensione che è allo stesso modo estetica ed estatica.
La nebbia qui presentata, dunque, non è elemento di sottrazione (o, meglio, di “negazione”), quanto piuttosto di unificazione, di reciproca compenetrazione nei misteri della vita, come già evidenziato da Ki no Tsurayuki (872-945):
みわ山をしかもかくすか春霞人にしられぬ 花やさくらむ
miwayama o/ shikamo kakusu ka/ harugasumi/ hito ni shirarenu/hana ya sakuramu
Intendi velare
anche il monte Miwa,
o nebbia di primavera?
Fiori che nessuno conosce
di certo staranno sbocciando.
KKS II:94
Il contrasto tra il carattere acuto e sottile del verso del gabbiano e quello più ovattato e disteso della nebbia (paradigma, come visto, della contrapposizione tra i canoni dello hosomi e del futoi) viene ripreso anche a livello fonetico (nella versione originale in lingua inglese) dalla ripetizione dei suoni “g” (consonante secca, segno di durezza e “arresto”) e “f” (simbolo di sottigliezza, di movimento) all’interno del costrutto, rendendo quest’ultimo estremamente gradevole alla lettura.
Lo scritto, molto ben architettato da un punto di vista stilistico-formale – con lo stacco (kire 切れ) a cavallo dei vv. 1-2 chiaramente individuabile anche in assenza di una cesura segnica – s’inscrive in un dire poetico che ha ormai assunto una fisionomia ben precisa, un’identità matura e consapevole che trova conferma e sigillo nelle numerose apparizioni della Griffo all’interno di riviste specializzate non soltanto italiane.
Immagine: Utagawa Hiroshige, Nebbia primaverile a Nippori, 1839-1842 (part.)
Visita il sito di Luca Cenisi:
http://www.lucacenisi.net/2018/07/16/l-attesa-del-cielo/