Archivio per la categoria ‘renga’
Di mille memorie
Così ti ho visto
nel silenzio ovattato
Nel freddo vento
delle mille memorie
Quando ogni storia
sotto il manto di stelle
Nemesis – A Morgana di Camelot
filtrano raggi
nell’antico maniero
cinto da mura
immense come torri
dai merli adunchi e grigi
storie di spade
di regine e antichi re
anime fiere
e mai sazie di sangue
e nobili promesse
dagli occhi fieri
bruciano roghi e fiamme
lampi di dardi
arroventate lingue
d’invincibili draghi
siede la strega
sul trono dei Pendragon
la stirpe d’Artù
nel silenzio del giorno
s’ode il suono del lago
tra onde sinuose
si sfiorano ricordi
magie sepolte
solo echi di rimpianti
tra le nebbie di Avalon
Renga di Eufemia
In una delle tante interpretazioni e letture del mito arturiano, Morgana la sorella di Artù, vuole prendere il potere e diventare regina. In questa poesia Morgana è descritta alla fine dei suoi giorni, solitaria sul trono
dei Pendragon (la stirpe di Re Artù) e ricorda il tempo passato, nell’antico maniero, lei donna e strega potente, con il desiderio mai sopito di diventare regina al posto del fratellastro Artù.
Nella poesia Morgana viene caratterizzata con le sue debolezze e i suoi difetti, ma al centro di tutto appare la sua forza mai sopita, che rivive nell’eco delle onde del Lago nel Regno di Avalon.
La danza di Cordelia

Danza Cordelia
prima che sorga aurora
dal bianco velo
trasparente come acqua
e cieli senza nubi
Nera la notte
imperfetta vestale
di desideri
celati nelle crepe
di cocci di porcellana
Stridulo il grido
del rapace notturno
dagli occhi grigi;
danzi tu, senza note
nel tuo regno disperso
Un ultimo raggio
d’uno spicchio di luna
getta ombre nere
è un gioco di bagliori
sul tuo volto di rosa
Eufemia
****
Or son molti e molti anni
che in un regno in riva al mare
viveva una fanciulla che col nome
chiamerete di ANNABEL LEE:
e viveva questa fanciulla con non altro pensiero
che d’amarmi e d’essere amata da me.

I versi finali sono di Edgar Allan Poe e sono dedicati ad Annabell Lee, mentre invece nella mia poesia, che liberamente si ispira ad Annebell, la fanciulla si chiama Cordelia, come uno dei personaggi di Re Lear di William Shakespeare
Narcyssa
nel mondo nero
era fuggito il sole,
spinto dall’odio
tele senza più anima
di distratti pittori
Narcyssa sognava
intrecci di ghirlande,
candidi fiori
un cielo di nuvole
e drappi di blu cielo
finché l’aurora
illuminò d’argento
il nuovo giorno –
edera d’acquerello
impreziosita d’acqua
*
Eufemia
Nella gabbia dell’ombra
Tocca la mano
le labbra senza linfa
senza più sangue
t’amai ad ogni sospiro
nella gabbia dell’ombra
Illuso amore!
nel freddo marmo muore
l’ultimo sogno
di vita già strappata
all’iridescente alba
Sublima l’arte
l’eterno oltre l’eterno:
– nulla mai muore
giaccio sulla tua pelle
come dea mai sconfitta
*
Renga di Eufemia
All’Arte che sublima la Vita oltre la Morte
Parle-moi de toi
Parlami di te
alla flebile luce
d’una lanterna
mentre il volto indugia
su ombre di marciapiedi
Parlami di te
di quando esistevamo
noi due soltanto
tra sogni di parole
stracciati dall’ignoto
Parlami ancora
nel risveglio del giorno
pigro e distante
nel viaggio del ritorno
bivi, strade, sentieri…
Parlami di te
parlami dolcemente
voce, solo tua
ascolto nel silenzio
la notte, ancora mia
✽̶̛̗’
Eufemia
Through the seasons (attraversando le stagioni)
come corolla
nell’attesa di pioggia
petali chiusi –
non appassisce il fiore
nel tramonto rubino
come le rose
dai pallidi riflessi
così lo sguardo –
attende primavere
e invisibili aurore
un nuovo autunno
cancella le nuvole
che san d’Estate
di sbiadite memorie
dai contorni di di seppia
Eufemia
“Rivolgi il viso verso il sole e le ombre cadranno alle tue spalle”
(vecchio proverbio maori)
Immagini di Victoria Francés tratte da “Favole”