La mia intervista sul quotidiano maltese di Valletta, “Il Mument newspaper” del 20 agosto. Traduzione in lingua maltese a cura del giornalista, Alfred Massa.

Sul quotidiano maltese, di Valletta, “Il Mument newspaper” del 20 agosto, è apparsa una mia intervista, tradotta in lingua maltese da Alfred Massa, che ringrazio tantissimo per questo grande onore.
Nell’intervista ho parlato di scrittura e di romanzo storico. Vi riporto il testo in italiano.

Eufemia Griffo: domande.

  1. Come è iniziata la sua passione per la scrittura?

Ho iniziato a scrivere da che ero molto piccola. Ho sempre avuto fogli di carta, quaderni, penne e matite che portavo con me.
Il mio esordio ufficiale è avvenuto nel 2005, con un racconto dal titolo “Piccolo Lupo”, ispirato alla drammatica vicenda del massacro della tribù Lakota, a Wounded Knee nel 1890. Vinsi il primo premio in un concorso letterario internazionale, organizzato in Svizzera.
Sono sempre stata una scrittrice curiosa, versatile, appassionata, entusiasta, costantemente alla ricerca di nuovi temi su cui scrivere.
Amo indagare il passato, conoscere i personaggi che vissero nelle epoche che ci hanno preceduto, scrutare il loro cuore e la loro anima, e dare loro voce attraverso le parole della mia narrazione. Scrivo perché amo veder scorrere le parole su un foglio di carta – quanto amo vergare a mano fogli e fogli interi! – e man mano rendermi conto che stanno assumendo una forma precisa.
A volte, rileggendo quello che ho scritto, mi chiedo chi sia l’autore di quella poesia, di quel racconto o di quel romanzo. Poi, però, mi rendo conto che quelle parole sono le mie. La mano asseconda la mente e l’anima che sussurrano stralci di memoria, ricordi, immagini fortemente impressi nella radice del mio spirito e che tentano di trovare un posto sicuro tramite la scrittura.
Scrivo, perché amo raccontare di me e delle mie emozioni, che ritrovo poi nei personaggi protagonisti delle mie storie. È un’esigenza interiore, un voler sostare in luoghi tranquilli dove l’unico rumore è costituito dal ticchettio dei tasti di un PC o dalla penna che scivola sulla carta.

  1. Lei scrive romanzi e finora ne ha scritto tre. Che tipo di romanzi scrive?
    Ho scritto due romanzi storici e una novella storica, pubblicati dalla casa editrice Le Mezzelane.
    Scrivere questo genere di romanzo significa ripercorrere un sentiero che in parte già conosciamo ma che ci conduce a ogni cammino verso nuove destinazioni. È la narrazione della vita delle persone famose o comuni che ci hanno preceduto; è conoscere i dettagli delle loro vite e quindi narrarle, affinché il loro ricordo diventi memoria nel tempo e attraverso il tempo. Se mai dimenticassimo tutto questo, consegneremmo all’oblio quello che è stato.
    “Historia magistra vitae est”, non dimentichiamolo mai.
    I titoli dei tre romanzi sono i seguenti: “Sagome di carta. Le streghe di Triora”, “Da lontano, Venezia. I viaggi di Marco Polo” e infine “Il vento delle Highlands racconta.”
    Attualmente sto revisionando un nuovo romanzo storico ispirato ai fatti e agli eventi della Rivoluzione francese. È un’opera alla quale sto lavorando da più di tre anni.
  2. Lei scrive soltanto romanzi?
    Assolutamente no. Scrivo poesie a verso libero e in metrica, ma compongo soprattutto haiku, un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo, che si distingue per la sua forma breve. Lo haiku è composto infatti da tre versi.
    Grazie a questo genere poetico che scrivo principalmente in lingua inglese, sono conosciuta in ogni parte del mondo. I miei haiku sono pubblicati nelle maggiori riviste e colonne internazionali dedicate a questo genere poetico. In ogni parte del mondo esistono comunità di poeti che si dedicano alla scrittura di haiku. Posso affermare senza ombra di dubbio che lo haiku è il genere poetico maggiormente amato in ogni parte del mondo.
  3. Ogni scrittore porta con se la sua scena. (Paolo Volponi: “Il Palazzo Ducale”). Lei cosa pensa di questo?
    Posso dire che senza dubbio è un’affermazione molto interessante, se per scena intendiamo la metafora della vita. Ciascuno di noi, come dicevo poco sopra, porta con sé i ricordi, le immagini importanti che hanno attraversato la sua esistenza, e quindi, quelle scene di vita, che gli attori normalmente ripropongono sul palcoscenico. Siamo un po’ tutti attori su un palcoscenico, che reclamano una nuova forma e una nuova vita, come scriveva il grande Pirandello in “Sei personaggi in cerca d’autore”.
  4. Massimo Grilliardi una volta scrisse: La biografia è il modo più attuale di far romanzo. Lei è d’accordo con lui?
    Le opere di narrativa ispirate alla vita o alle avventure di personaggi famosi della storia, della scienza, della letteratura sono senza dubbio molto amate dai lettori. Io
    stessa ne leggo moltissime, ovviamente soprattutto per quel che concerne il romanzo storico. L’ultimo romanzo storico che ho letto si ispira alla vita di Anita Garibaldi.
  5. Cosa aspetta il lettore Italiano secondo lei dagli scrittori d’oggi?
    Non è una domanda semplice alla quale rispondere. Io leggo molti libri e quindi posso affermare che quello che mi aspetto dalla lettura è una storia che sia innanzitutto raccontata con linguaggio semplice e chiaro. Poi, che il racconto lasci una traccia nel lettore, dal punto di vista emotivo. Ci sono libri che non lasciano nulla perché l’intreccio della storia non è costruito bene. I libri, come diceva Zafon, devono possedere un’anima affinché possano far colpo sui lettori. Una storia piatta non è mai convincente. Il lettore deve avvertire quel fuoco interiore che anima lo scrittore quando scrive una storia. Sentire le sue stesse emozioni che lo hanno spinto a mettere su carta quello che ha in mente.
  6. Il romanzo storico è ancora vivo in Italia? So bene che molte persone Italiane s’interessano moltissimo nella storia non soltanto d’Italia, ma anche d’Europa Dico questo perché seguo regolarmente sul RaiStoria il-programma: Passato e Presente e ho notato questo. Ho ragione o no?
    Lei ha assolutamente ragione. Faccio parte di diverse comunità letterarie e gruppi di lettura di romanzi storici. Questo genere di lettori sono avidi di assaporare, imparare, studiare, quindi leggere romanzi storici pubblicati nel passato e nel presente. In Italia sono presenti diversi blog di altissimo livello dedicati al romanzo storico, che io stessa seguo. La pagina mensile delle novità letterarie è sempre una delle più attese. Personalmente, anche sulla scorta delle indicazioni letterarie, acquisto molti libri, sia in versione cartacea, sia in versione digitale.
  7. Lei ha progetti letterari per il futuro?
    Pubblicare il romanzo storico che si ispira ai fatti della Rivoluzione francese, al quale ho lavorato per molti anni.
    Poi, ho in mente di scrivere almeno altri due romanzi storici. Le storie sono già ben definite nella mia mente e nella mia libreria sono presenti già numerosi testi che mi aiuteranno durante la fase della ricerca storica. Questo momento, che amo particolarmente, è la parte essenziale che dà origine a un romanzo storico. La ricerca è il momento che maggiormente amo.
  8. La professoressa Emanuela Pulverenti (architetto) durante un’intervista sul programma ‘’Alla scoperta del ramo d’oro’’. (21.6.23) disse. ‘’ L’arte è una finestra sul mondo’’. Cosa dice lei su questa metafora?
    Dico che sono assolutamente d’accordo. Poiché anche la scrittura è una forma d’Arte, allora possiamo affermare che un libro è una finestra sulle storie del passato, su quello che è stato, su quanto è accaduto e che gli scrittori narrano affinché non se ne perda mai memoria.
    Grazie mille Alfred per avermi dato la possibilità di parlare di me e della mia scrittura in questa interessante intervista.

Un caro saluto dall’Italia,
Eufemia Griffo

Pubblicato 25 settembre 2023 da Eufemia Griffo in Interviste