Archivio per la categoria ‘Paolo Sdruscia’
Nel silenzio del vento – foto di Paolo Sdruscia
pomeriggio di sole-
così nel tempo che corre
(5 Luglio 2016)
haiku – sulla foto di Paolo Sdruscia
rossi papàveri –
fiamme al crepùscolo
scosse dal vento
~
Eufemia
Castello sforzesco. I papaveri nelle corti
haiku Eufemia – sulla foto di Paolo Sdruscia
sfuggono al vento
i primi ciliegi in fiore*
anche in inverno
~
Eufemia Griffo
- ku di otto sillabe
” Ciliegi in fiore” in piazza Sant’ Eufemia a Milano
senryu – sulla foto di Paolo Sdruscia
Ripa di Porta Ticinese, la locanda greca)
vicoli antichi-
frammenti di una città
da raccontare
~
Eufemia Griffo
* foto pubblicata su Milano fanpage
Catena di Haiku – interpretando la foto di Paolo Sdruscia
rami intrecciati –
sfumature di sole
sulla corteccia
racconta il lago
quel che resta del giorno
nel suo riflesso
prima del buio
si impigliano i ricordi
sui nostri volti
~
Eufemia Griffo
Giardini di Parco Sempione a Milano
Ombre – sulla foto di Paolo Sdruscia
stanotte non brilla la luna
la nebbia avvolge la luce;
l’onda scompone le stelle
nella gelida acqua d’inverno
il fiume scorre ancora
attraversando le stagioni
nel silenzio dei passanti;
s’allungano le ombre su strade
e poi scompaiono nella foschia
~
Eufemia Griffo
Nella foto “I Navigli a Milano”
Autumn – (sulla foto di Paolo Sdruscia)
così se ne vanno ancora
tra sguardi malinconici
gli ultimi giorni d’estate –
sul manto d’erba screziato
riflessi dorati e raggi di sole
gocciola lenta l’acqua –
il cielo racconta l’autunno
di radici e alberi antichi
resistono ancora al lungo sonno
le ultime foglie di quercia
~
Eufemia Griffo
Appunti di viaggio parte I – Racconto sulla foto d Paolo Sdruscia
Come il pittore che cerca la giusta angolazione per catturare la luce che trasferisce sul dipinto, così io trovai quella scia luminosa che doveva guidare il mio scatto. Un momento perfetto per il luogo che mi trovai ad attraversare, imperfetto poiché non si può catturare l’ eterno e la storia, attraverso un semplice fotogramma.
Eppure è quello che tenta di fare ogni viaggiatore, ossia imprimere nei ricordi, gli scorci che hanno il potere di lasciare un’ impronta sull’anima.
Quella ero io, una viaggiatrice senza mete, rapita dal profumo dei fiori appesi alle finestre di vecchie case di un antico borgo medievale.
Quella ero io, che attraversava il passato impossessandosi della sua bellezza, in punta di piedi,con quella sorta di timore di chi viaggia a ritroso nel tempo attraverso il presente. Un divario che a tratti sembrava un paradosso, ma col rispetto che si ha per le cose antiche, costruite con mani nude da uomini che mai avrebbero immaginato quali tesori avrebbero consegnato al futuro.
Ora però il viaggio proseguiva verso altre mete, alla ricerca di qualcosa che attraversasse il senso dei giorni e si spingesse al di là di essi. Altre strade da percorrere, città da visitare, persone con cui scambiare ricordi e pensieri da appuntare su un taccuino, con le parole che danzano sulla carta e diventano emozioni e memorie da sfogliare un giorno, ricordando quel che è stato e quel che di esso è rimasto.
~
Eufemia Griffo ©
L’antico passato – Testo di Eufemia sulla foto di Paolo Sdruscia
indugia l’occhio a cercare invano
cose perdute e resti di un passato antico
scolpiti nell’infinito e nella pietra;
la storia rimane impigliata
in un battito di ciglia
⁀︶
Eufemia Griffo
haiku – foto di Paolo Sdruscia
schegge d’argento
cadute dalla luna
sulle barchette
~
Eufemia
Nella fotografia di Paolo Sdruscia, il mare di Nettuno e le barchette che
Il vecchio campanile – foto di Paolo Sdruscia
E se il tempo non esistesse? E se fosse solo un’ illusione della mente? Potrebbe essere come un granello di sabbia prigioniero di una clessidra?
E se il fiume dei giorni interrompesse finalmente la sua corsa, quell’ eterno divenire che tutto trascina via?
Ed invece, tutto scorre, le ore ed i giorni, i mesi e gli anni al rintocco di vecchi orologi che stanno là in bella mostra, sui campanili delle città.
Baluardi e sentinelle del passato e del presente.
Ne hanno viste di cose i vecchi campanili, come questo della fotografia, che si erge magnifico quasi a sfiorare il cielo. Solitario simbolo di tanti secoli che si rincorrono frenetici, ad osservare i volti della gente, i loro capricci, i giorni di gloria e quelli della sconfitta, le gioie e i dolori. Le madri che attendono i figli reduci dagli orrori della guerra, o fanciulle innamorate in attesa di riabbracciare il loro amore. Quanti anni sono passati ? Quanti destini si sono incrociati all’ ombra del vecchio campanile?
Gli antichi avevano trovato la chiave per essere felici: ignorare il tempo, tendergli un bel tranello vivendo ogni giorno secondo il famoso detto “carpe diem”. Gli uomini allora non si curavano di quel signore capriccioso incurante della felicità degli uomini, astuto giocatore impegnato a muovere le sue pedine sulla scacchiera.
Forse forse chissà mai che un giorno potremo ancora vivere così, senza le corse e gli affanni, senza guardare l’ orologio e senza curarci di invecchiare.
Allora anche il vecchio campanile potrà prendersi una pausa, finalmente, stanco di essere sempre così preciso e vorrà godere del suono del silenzio. Immerso nel buio della notte, sotto un cielo d’estate, trapuntato di stelle.
Nello scrigno dei ricordi – Foto di Paolo Sdruscia (a mia madre)
il tempo si confonde
con i giorni del passato
e le ore sono illusioni
sospese nel vuoto
di attese vuote
sul bordo logorato
di un confine sconosciuto
quel che resta
sono solo immagini
senza un nome, né dimora
ricoperte di polvere e adagiate
nello scrigno dei ricordi
⁀︶
Eufemia Griffo ©
haiku – foto di Paolo Sdruscia
Il suono del silenzio – sull’immagine di Paolo Sdruscia
Cécile guardò fuori dalla finestra che rifletteva la sua immagine sui vetri, deformata da piccole gocce di pioggia. Erano giorni che diluviava ed il maltempo si addiceva perfettamente al suo stato d’animo.
D’ un tratto però la pioggia cessò ed apparve tra le nubi scomposte dal forte vento, un arco luminoso che attraversava il cielo quasi squarciandone il colore. A fondersi con esso, in lontananza, il mare che la donna amava osservare da quella postazione privilegiata, finanche a perdersi in esso e ritrovare il suono perfetto del silenzio.
Come un’unica melodia capace di unire l’infinito col finito.
Cécile guardava attraverso le sottili sbarre della finestra quasi a voler raggiungere quella dimora perfetta dove i sogni non erano solo illusioni e dove il domani non era più una goccia di rugiada scivolata sul bordo di una foglia, ma piccole scintille di sole, sprigionate dal lento consumarsi di un giorno di pioggia.
~
Eufemia Griffo
“Giardini in estate” – (Mio testo sulla foto di Paolo Sdruscia “I giardini del Brancaccio a Roma”)
” l’acqua cade dal cielo
remota frescura nella città afosa
dimore in ombra lontane dal sole;
di frenetici turisti in cerca di scatti
solo echi di voci lontane ”
⁀︶
Eufemia Griffo ©
haiku narrativi
Il senso d’eterno – Foto di Paolo Sdruscia
– Santa Maria Maggiore, Roma –
percorro l’infinito
sovrastato da colonne di marmo
mosaici e minuscoli incastri ;
il senso d’eterno in un gioco di specchi
di ori e colori trafitti da luci
~
MIGLIOR BRANO DELLA SETTIMANA SCELTO DALLA REDAZIONE DE ” La nostra commedia”, multiblog d’autori.
“Sulle ombre delle valli antiche” – mia poesia sulla fotografia di Paolo Sdruscia
mille metri di vuoto
l’infinito è in un tramonto
luci di fiamme rubino;
vaghi ricordi del passato
di sere d’estate e di sole
profili di colline
appena in fiore a primavera
carezze di echi di vento;
curvi i larici sulla piana
in attesa di notti e -di- stelle
alto sta il campanile
sulle ombre delle valli antiche
cinte da un cielo cobalto;
il tempo è solo una scintilla
non c’è confine tra luna e stelle
✿⊱
Eufemia Griffo
keiryū 渓流 sull’immagine di Paolo Sdruscia
– Roma, giardini di Villa Borghese –
nel mutare delle onde
l’antico bosco sussurrava
storie d’amore e di vita
nel colore di un luglio afoso
c’era la pace e poi silenzio
*
Eufemia Griffo
Miglior brano della settimana sul Multiblog La nostra commedia che ringrazio sentitamente per la scelta ❤
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